Questo in sintesi quanto emerso nel corso di una riunione svoltasi ieri tra una parte di questi lavoratori, l’avvocato Carmelo Giurdanella e il deputato favarese Giovanni Di Caro, interessatosi alla questione in quanto vicepresidente della commissione Lavoro all’Ars.
Ieri, nel corso della riunione, i presenti hanno fatto il punto della situazione per capire bene l’attuale posizione dei precari categoria C nei confronti di questo procedimento di stabilizzazione avviato dall’Asp di Agrigento. Oltre alla spiegazione, non sono mancate nemmeno domande e risposte per avere ulteriori chiarimenti e proposte da parte dei lavoratori e dell’onorevole.
In pratica, dei quasi 90 lavoratori precari rientranti nella categoria C solo una decina verrebbe stabilizzata mantenendo mansioni e posizione, quelle di categoria C appunto, per le quali l’Asp per oltre 20 anni ha chiesto loro competenza e professionalità.
Una sessantina dei restanti 80 rischierebbe la stabilizzazione con demansionamento a categoria B: in pratica dovrebbero svolgere funzioni diverse da quelle a cui hanno fatto fronte da decenni ormai. La restante ventina di contrattisti, poi, è quella che rischierebbe maggiormente in quanto – secondo quanto emerso dall’incontro tenutosi ieri – verrebbe tagliata fuori dalla procedura dell’Azienda. Bando dell’Asp, come detto, al quale i lavoratori si sono opposti con un ricorso al Tar.
Il parere dell’avvocato amministrativista Giurdanella è che in sede di bando di stabilizzazione ”non sono state effettuate le necessarie valutazioni sulla dotazione organica e sulla pianta organica che l’Asp avrebbe dovuto fare”.
I precari categoria C dell’Asp di Agrigento, tramite lo studio legale, chiedono all’Azienda di rivalutare la procedura di stabilizzazione riconsiderando la posizione dei lavoratori, al fine di ripartire con una nuova procedura che tenga conto del lavoro svolto da questi contrattisti per oltre 20 anni.
Commenta articolo