”L’imputato – secondo l’avv. Santo Lucia, difensore dei familiari di Vinci– ha persino lasciato il coltello sul corpo della vittima in segno di disprezzo e perché fosse chiaro a tutti cosa succedeva a chi gli avrebbe mancato di rispetto”. Insomma, sarebbe stato un omicidio dettato dall’arroganza secondo il legale Lucia.
Ricordiamo che secondo l’accusa il 22enne sarebbe stato ucciso perché avrebbe difeso un’amica da delle avances poco gradite dalla stessa fatte da Lodato. Da lì sarebbe nato un litigio poi sfociato nell’accoltellamento.
L’avv. Santo Lucia ha quindi chiesto la condanna del 34enne. Nella sua arringa di ieri l’avv. ha sottolineato che ”è stato un delitto che non merita alcuna attenuante e sul quale non possono esserci dubbi in relazione alla premeditazione visto che Lodato tornò a casa e andò a prendere la macchina dove c’era il coltello nonostante la sua compagna lo avesse invitato, più volte, tramite messaggio, a lasciar perdere”. ”
Il pm Alessandra Russo, dopo la requisitoria, aveva chiesto la condanna a 30 anni di reclusione. Il processo si svolge con rito abbreviato ed è in corso davanti al Gup del Tribunale di Agrigento Alfonso Malato.
Si tornerà in aula il prossimo 4 giugno, quando sarà la volta dell’avv. Angela Porcello, legale difensore di Daniele Lodato.
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