La Corte di Cassazione si è espressa: l’operaio 53enne Gaetano Sciortino, accusato di avere ucciso brutalmente il marmista 67enne Giuseppe Miceli, resta in carcere. Questa la decisione dei giudici ermellini che in tal modo rendono definitiva l’ordinanza cautelare a carico di Sciortino emessa dal gip Stefano Zammuto prima e confermata dal tribunale del Riesame poi.
I legali del 53enne, gli avvocati Santo Lucia e Giovanna Morello, avevano chiesto la revoca della misura in quanto reputavano carente il quadro indiziario.
L’omicidio di Giuseppe Miceli avvenne il 7 dicembre del 2015 all’interno del suo laboratorio in via Crispi, a Cattolica Eraclea. Miceli è stato ucciso a colpi di oggetti contundenti alla testa e al torace, tra i quali lastre di marmo e arnesi da lavoro.
L’inchiesta della procura, inizialmente nelle mani del pm Silvia Baldi, è stata affidata alla collega Gloria Andreoli. Non chiaro ancora oggi il movente del delitto. A un certo punto delle indagini si ipotizzava la rapina, ma il gip ha ritenuto insussistente questa ipotesi sul piano indiziario.
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