Sono passati 26 anni da quella strage. 26 anni dall’omicidio del giudice Falcone che oggi viene ricordato in Italia come simbolo della giustizia e della lotta alla mafia ma che in vita fu tanto odiato – e non solo dai mafiosi – per le sue idee.
Un uomo che ha lottato fino alla fine, abbandonato anche dallo Stato, isolato. Nonostante in molti gli remassero contro e nonostante la bocciatura della sua candidatura a superprocuratore di Palermo, Falcone continuava il suo lavoro imperterrito. Lo disse il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e lo aveva confermato il magistrato: ”Quando un uomo dello Stato, un uomo che lotta contro la mafia, viene isolato, lasciato solo, ebbene, quello è il momento in cui diventa una vittima certa della mafia”.
Era un sabato e Falcone stava rientrando da Roma nella sua amata Sicilia. Giunto a Palermo, all’aeroporto di Punta Raisi, sale su una Fiat Croma bianca in compagnia della moglie Francesca Morvillo e dell’autista, che siede sul sedile posteriore perché è il giudice che vuole guidare, vuole tornare a casa in fretta e riposare. Ma a casa Falcone, così come la moglie e gli uomini della scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, non ci arriveranno.
Due auto scortano la Croma bianca, una avanti e una dietro. Qualcuno però segue la scena, pronto a mandare un messaggio a chi attende il passaggio delle tre vetture. Passaggio, in un tratto autostradale crollato dall’alto di una collinetta all’altezza dello svincolo per Capaci, che si è rivelato fatale.
Oggi, a Palermo, è arrivata la Nave della Legalità con a bordo oltre mille ragazzi. Diverse le iniziative in programma nel capoluogo della Regione per ricordare le importanti figure di Falcone e Borsellino, delle loro scorte e di quanti morirono nelle stragi di Capaci e di Via d’Amelio. Sono passati 26 anni da allora.
A bordo della nave, insieme ai giovani, la ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho. Ad attendere l’arrivo sul molo palermitano molti studenti delle scuole di Palermo e, tra gli altri, il presidente della Camera Roberto Fico, Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente della Fondazione Falcone, e Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm.
La Nave della Legalità è salpata ieri dal porto di Civitavecchia, dove il capo dello Stato Sergio Mattarella ha voluto ricordare la morte di Falcone e degli altri uomini e donne morti per mano mafiosa.
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