Con oggi sono passati esattamente 72 anni da allora, ma il suo esempio rimane tuttora un modello da seguire. Nato nel 1902, laureato in Farmacia a 26 anni, Guarino fu a servizio e divenne la voce dell’umile gente. Nel 1944 il prefetto di Agrigento lo nominò sindaco di Favara e lo restò per quasi un anno. Rimase sempre a fianco dei più poveri, in lotta contro i grandi proprietari terreni.
Nel ‘46 fu l’ora di eleggere democraticamente il primo Consiglio Comunale del dopoguerra. Il farmacista Guarino e la sua lista ottennero la maggioranza assoluta, 24 seggi su 30, e il 13 marzo lo stesso fu eletto primo cittadino della città di Favara.
Ma Gaetano Guarino, come detto, era forse un uomo troppo integro e onesto per la sua terra, troppo vicino agli oppressi, troppo mal visto da latifondisti e mafiosi, tanto che appena due mesi dopo la sua elezione a sindaco fu assassinato.
Questa la fine di un uomo e un politico tanto amato quanto ”scomodo”. Un esempio, la sua vita, che deve far riflettere la società contemporanea, parte della quale – per certi versi e purtroppo – ha una mentalità ancora troppo simile a quella che parecchi anni fa valse alla città dell’agnello pasquale un’altro brutto appellativo, quello di ”città del Far West”.
La sepoltura di Gaetano Guarino si trova al cimitero di Piana Traversa. Oggi, appunto a 72 anni dalla sua morte, il sindaco di Favara Anna Alba, l’assessore Umberto Rumolo, il presidente del consiglio comunale Salvatore Di Naro, il capo dell’ufficio gabinetto del sindaco Giuseppe Pullara e alcuni alunni della scuola Guarino e Palmoliva si sono recati sul luogo dell’omicidio per depositare una corona di fiori in sua memoria.
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