L’anatema, ieri come un quarto di secolo fa, è rivolto alla mafia e ai mafiosi che con il loro atteggiamento – hanno spiegato i vescovi nel corso di una conferenza stampa presso la chiesa di San Nicola, prima della Santa Messa all’interno della Valle dei Templi – si auto–scomunicano dalla chiesa cattolica.
Alla cultura della mafia il papa polacco lanciò il suo monito e ai mafiosi gridò ”Convertitevi”. La stessa parola è il titolo della lettera realizzata dai vescovi della Sicilia – e resa nota ieri alla stampa e ai fedeli – che descrivono la mafia come un ”rifiuto gravemente reiterato nei confronti di Dio e degli esseri umani, che sono a sua immagine e somiglianza”.
”Tutti i mafiosi sono peccatori – si legge in uno stralcio della lettera – quelli con la pistola e quelli che si mimetizzano tra i cosiddetti colletti bianchi […] Peccato è l’omertà di chi col proprio silenzio finisce per coprirne i misfatti, così facendosene – consapevolmente o meno – complice. Peccato ancor più grave – continua la lettera – è la mentalità mafiosa, anche quando si esprime nei gesti quotidiani di prevaricazione e in una inestinguibile sete di vendetta. Peccato gravissimo è l’azione mafiosa, sia quando viene personalmente eseguita sia quando viene comandata e delegata a terzi”. L’invito è quello alla conversione.
Presenti al Tempio della Concordia, oltre ai vescovi tra i quali quello di Agrigento card. Francesco Montenegro, anche le massime autorità civili e militari della provincia, presbiteri e diaconi. Dietro, i fedeli e quanti hanno voluto partecipare al momento religioso.
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