Alle ore 13.26 il via. 175 i ciclisti in strada, 22 le squadre partecipanti per i 153 chilometri della Agrigento – Santa Ninfa, la quinta tappa del 101ª Giro d’Italia. La nostra provincia, oggi, è tinta di rosa.
I corridori sono partiti dal capoluogo agrigentino, da piazza Vittorio Emanuele verso piazza Stazione e poi via Crispi fino alla Panoramica dei Templi e la Passeggiata Archeologica. La tappa di oggi tocca le province di Agrigento e Trapani. Tra un’area extra–urbana e l’altra, il percorso della carovana rosa passa per Porto Empedocle, Montallegro, Sciacca e Menfi. Poi la salita per Santa Margherita Belice e il passaggio lungo alcuni territori della valle colpita dal terremoto del ’68.
Tre i traguardi intermedi di questa tappa, il primo GPM è stato fissato a Montevago. Si entra poi in territorio trapanese. Altro gran premio della montagna a Partanna per poi scendere verso il traguardo volante di Poggioreale. Da lì l’ultima fase verso il traguardo di Santa Ninfa.
Inevitabili le chiusure al traffico veicolare delle strade vicine al percorso dei ciclisti. Circostanza che ha causato naturalmente disagi, ad esempio per i docenti pendolari che da Agrigento dovevano spostarsi verso gli istituti della provincia.
Intanto, nei giorni precedenti l’odierna tappa, è stato un periodo di grandi lavori per il discerbamento e la copertura di buche stradali nei percorsi che ospitano la quinta tappa del 101ª Giro d’Italia. C’è chi sperava che il Giro facesse tappa anche presso la propria città, occasione più unica che rara di vedere tratti di bitume posizionati a copertura dei dissesti del manto stradale.
10 anni fa, era l’11 maggio del 2008, la maggiore manifestazione ciclistica italiana e seconda per anzianità e prestigio – considerando i grandi Giri – solamente al Tour de France, passò per Favara. Era la seconda tappa del 91° Giro d’Italia, da Cefalù ad Agrigento. Molti i favaresi che ricordano l’evento e che speravano che a 10 anni di distanza i ciclisti tornassero a pedalare tra le vie della città dell’agnello pasquale; oltre per il prestigio, perché no, anche per vedere lavori di ripristino delle strade cittadine che ad oggi, in larga parte, risultano ospitare non poche buche.
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