La Mendola, nelle scorse settimane, aveva patteggiato la pena a due anni e 8 mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici. All’udienza di ieri, al tribunale di Agrigento, ha parlato Giuseppe Nigro che, rispondendo alle domande del giudice Francesco Provenzano, si è difeso dalle accuse che lo hanno coinvolto nella vicenda, accuse mosse proprio da La Mendola. ”Io non so nulla di quella tangente – avrebbe dichiarato ieri Nigro –. La Mendola ha fatto tutto da solo. È parente di uno dei due imprenditori che ha costretto a pagare la mazzetta”.
L’ex funzionario che ha patteggiato la pena era stato arrestato in flagranza di reato dopo avere intascato una tangente di 3mila euro da uno dei responsabili di una ditta licatese che stava lavorando con il Comune di Campobello di Licata. Lavoro per il quale – secondo l’accusa – i titolari dell’impresa avrebbero ricevuto ricatti e pressioni, richieste di denaro in cambio di continuare a lavorare con l’ente. Denunciato il fatto ai carabinieri, è scattata la trappola e La Mendola, immortalato a intascare la mazzetta, è stato arrestato.
Il dipendente del Comune ha allora tirato in mezzo alla storia anche Nigro, che ieri ha smentito tutto e affermato di essere vittima delle millanterie dell’ex collega. Il reato del quale si deve render conto è quello di concussione. Si tornerà in aula il prossimo 31 maggio, giorno in cui è stata fissata la prossima udienza.
Commenta articolo