A procedere, con un’attività investigativa in materia ambientale, sono stati i carabinieri del centro Anticrimine natura e la Guardia Costiera. Una vicenda, il sequestro del depuratore di Lampedusa, su cui gravitano anche 13 avvisi di garanzia notificati dai magistrati. Fra gli indagati, non mancano anche l’ex sindaco Giusi Nicolini e l’attuale capo dell’amministrazione Totò Martello. Oltre a loro anche dirigenti regionali, comunali e responsabili di ditte. Fra le ipotesi di reato contestate: inquinamento ambientale, falso, truffa, omissione d’atti d’ufficio, frode in pubbliche forniture.
I particolari del provvedimento sono stati resi noti questa mattina dal procuratore Luigi Patronaggio. Presenti, tra gli altri, anche il sostituto Alessandra Russo e il Comandante provinciale dei Carabinieri, Giovanni Pellegrino.
Quello di Lampedusa non è certo il primo depuratore della provincia sul quale la Procura ha posto i sigilli. Da anni e da diverse parti arrivano segnalazioni su diversi depuratori agrigentini che, in sostanza, non depurano. Si tratta perlopiù di impianti giudicati troppo ”vecchi”, inefficienti e insufficienti ad accogliere i reflui di tutta l’utenza e nei quali ciò che entra, a volte, sembra essere più pulito di ciò che ne esce.
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