La tragedia si consumò in piazza San Domenico, sempre nella città canicattinese, al termine di un alterco sorto tra i due in quanto Lodato avrebbe pronunciato degli apprezzamenti poco graditi nei confronti di una donna che era in compagnia di Vinci presso un pub vicino al luogo del delitto. In un primo momento sarebbe finito tutto lì e il 35enne si sarebbe allontanato dal posto, salvo poi tornare con un coltello e uccidere il 22enne.
Come detto, ieri l’imputato ha parlato in aula. Lodato avrebbe negato ogni tipo di premeditazione riguardo al delitto così come avrebbe negato di essere drogato o di avere fatto uso di cocaina la sera del 17 giugno scorso. ”Nell’immediatezza – avrebbe spiegato il 35enne – ho detto che ero drogato e ubriaco ma non è vero. Non ho assunto cocaina, sono stato aggredito da sei persone e c’è stata una collutazione ma non è vero che sono andato appositamente a prendere l’auto dove c’era il coltello. È stata una casualità, sono tornato per accompagnare a casa un amico e nell’auto c’era un coltello. Io ho aperto il cofano perché cercavo un cric da brandire per spaventarlo”.
Il pm Alessandra Russo, presente durante le dichiarazioni di Lodato, ha chiesto la trasmissione degli atti al suo ufficio per l’accusa di ”false informazioni a pubblico ministero” in quanto la versione fornita ieri dall’imputato è dissimile, in alcuni punti, da quella resa in precedenza. Il canicattinese, in sostanza, nega di avere premeditato l’assassinio di Vinci.
Il processo nei confronti di Daniele Lodato si sta svolgendo con rito abbreviato e riprenderà il prossimo 11 maggio.
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