Dal Comune di Agrigento si starebbero studiando soluzioni alternative ai lavori di manutenzione del ponte, che tanto sta facendo discutere di sé riguardo all’impatto ambientale e facendo sollevare qualche dubbio circa la possibilità di raderlo al suolo. E proprio la realizzazione di una strada raso terra, al posto della ristrutturazione del viadotto, sarebbe la ”via” che proporrebbe l’amministrazione comunale agrigentina.
Il sindaco Firetto, nei giorni scorsi, avrebbe effettuato un sopralluogo insieme a tecnici e funzionari Anas, discutendo del ponte Morandi e della relativa gara d’appalto per la quale sono in gioco 30 milioni di euro.
”Abbiamo incontrato l’Anas e abbiamo seriamente posto la questione di una ipotesi di viabilità alternativa – spiega il primo cittadino. I lavori di ristrutturazione, secondo quanto preventivato, dovrebbero durare 30 mesi dalla consegna all’impresa aggiudicataria”.
Lavori che, queste le perplessità del sindaco, restituiranno sempre una struttura che porta 50 anni sulle spalle, costruita con un sistema di calcoli ormai in disuso. La questione ambientale, inoltre, non verrà certo risolta dai lavori di ristrutturazione.
Il viadotto Morandi è composto da due sezioni: l’Akragas II, una sorta di circonvallazione della città di Agrigento, e l’Akragas I. ”Pensiamo alla demolizione dell’Akragas I e alla creazione di una viabilità raso terra – ha detto Firetto –. Abbiamo chiesto, insomma, all’Anas di studiare questa eventuale soluzione e di proporcela, ma la condizione è il rispetto dei tempi. Se una volta aggiudicati i lavori sono stati preventivati 30 mesi, abbiamo chiesto all’Anas di individuare soluzioni alternative di viabilità che rispettino proprio questo vincolo di tempo. L’Anas è sembrata essere interessata alla nostra proposta”.
L’amministrazione comunale di palazzo dei Giganti vorrebbe evitare, dunque, che tra qualche anno si ripresenti il problema manutenzione e i disagi alla viabilità che già da tempo interessano agrigentini e non solo. La soluzione alternativa vorrebbe anche dare una soluzione al dubbio – agli occhi di alcuni – impatto paesaggistico del viadotto Morandi. Una proposta molto simile, nelle settimane scorse, era arrivata anche dalla presidente della commissione Territorio, Ambiente e Mobilità all’Ars Giusi Savarino.
Intanto sulla questione ”demolizione sì, demolizione no”, l’Ordine degli Architetti di Agrigento invita alla prudenza e alla cautela. Riferendosi al viadotto Morandi, il presidente dell’Ordine, Alfonso Cimino, ha spiegato: ”Sicuramente è una struttura che, quando fu realizzata, ha portato grave disturbo al paesaggio e agli stessi beni archeologici lì presenti, ma oggi non si può pensare di abbattere se prima non abbiamo uno studio di viabilità alternative. Oggi questa provincia – conclude Cimino – da un punto di vista infrastrutturale è già abbastanza lontana dal resto del mondo”.
Commenta articolo