Parliamo dell’inchiesta ”Stipendi Spezzati” che ipotizza un collaudato sistema di ”pizzo” sulla busta paga dei dipendenti della cooperativa ”Suami” che gestisce delle comunità per disabili psichici di Licata.
Il pm Gloria Andreoli ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini nei confronti di sei persone, per cui adesso si profilerebbe la richiesta di un rinvio a giudizio.
Si tratta di Salvatore Lupo, 41 anni, di Favara, amministratore unico della cooperativa Suami che gestisce una comunità per disabili psichici; Maria Barba, detta Giusy, 36 anni, moglie di Lupo, ritenuta la responsabile di fatto delle due sedi operative della struttura; Rosa Sferrazza, 67 anni, di Favara, considerata la ”prestanome” di Lupo dal febbraio del 2016; Caterina Federico, 34 anni, di Licata, presunta responsabile di fatto dal 2008 al 2016 di una delle sedi operative della cooperativa; Veronica Sutera Sardo, 31 anni, di Agrigento, assistente sociale delle cooperative – per tutti e cinque l’accusa è di associazione a delinquere– e Linda Modica, 50 anni, di Licata, operatrice della struttura.
L’operazione ”Stipendi Spezzati” venne eseguita lo scorso anno dai carabinieri di Licata e prese spunto da un’altra precedente inchiesta ”Catene Spezzate” che ipotizzava maltrattamenti ai danni degli ospiti – malati psichici – della struttura. Grazie ad alcune dichiarazioni di dipendenti emerse come i responsabili della cooperativa avrebbero ”estorto” del denaro.
Con l’avviso di conclusione delle indagini, i difensori dei coinvolti avranno venti giorni di tempo per produrre memorie o chiedere un interrogatorio degli indagati per convincere il pm a non chiedere il rinvio a giudizio.
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