”Sono le parole sconfortate di Ignazio Cutrò che si possono leggere sulla sua pagina personale di Facebook! Per noi, Ignazio Cutrò, in tutti questi anni è stato un simbolo, il simbolo di una Sicilia che rialza la testa, di un Imprenditore che ha deciso di non sottostare al ricatto mafioso ed è diventato ”testimone di giustizia”.
Sono queste le parole di Massimo Raso segretario generale della CGIL.
”Le recenti intercettazioni lette sui giornali dell’ operazione Montagna –scrive Raso– ci hanno dato conferma di come ”la mafia non dimentica”. Noi non abbiamo le informazioni che ovviamente solo gli organi di polizia possono avere circa i pericoli cui è sottoposta una persona, ma certo è che il segnale che arriva è davvero brutto e preoccupante e vorremmo che persone come Ignazio Cutrò debbano essere sicure e che, per questa via, altri Imprenditori possano seguirne l’esempio”.
Infine Raso lancia un appello a chi di competenza: ”Per queste ragioni –conclude– vi chiediamo di rivedere questa decisione per tornare ad assicurare a Cutrò e alla sua famiglia quella tranquillità che hanno perduto”.
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