Sarebbero una decina i colpi sparati da una pistola calibro 9 all’indirizzo di Carità. Pare che alcuni colpi di pistola si siano conficcati nella carrozzeria dell’utilitaria. Tre invece i proiettili che lo avrebbero raggiunto, due al capo e uno a una spalla. Queste le indiscrezioni che sarebbero trapelate dall’autopsia eseguita sul cadavere della vittima all’obitorio dell’ospedale ”San Giovanni di Dio” di c.da Consolida.
A occuparsi dell’esame autoptico è stato il medico legale Cataldo Raffino dell’università di Catania, lo stesso che si occupò – era il 2013 – della necroscopia sulla salma di Giovanni Brunetto. Ed è proprio per l’omicidio di Brunetto che il 61enne Angelo Carità era stato condannato all’ergastolo, nel febbraio del 2017, dai giudici della Corte di Assise di Agrigento. Carità, però, era stato poi scarcerato per decorrenza dei termini.
Giovanni Brunetto era stato trovato sotterrato nell’ottobre del 2013, cinque mesi dopo la sua scomparsa, in un appezzamento di terreno di Canicattì. Lunedì scorso l’omicidio di Carità. Per il secondo delitto la Procura ha dunque incaricato lo stesso medico legale del primo. Potrebbe anche non trattarsi di una casualità.
A occuparsi del fascicolo d’inchiesta aperto sull’ultimo omicidio sono i pm Salvatore Vella e Simona Faga; Vella rappresentò l’accusa nel processo di primo grado nei confronti di Carità. Insomma, le connessioni tra i due omicidi pare non siano da escludere così come pare che gli inquirenti li starebbero confrontando per accertare particolari ed eventuali punti di collegamento.
Intanto, dopo l’autopsia, la salma di Angelo Carità è stata dissequestrata. I funerali si svolgeranno domani a Licata, ore 17.00, presso il santuario di Sant’Angelo.
Commenta articolo