I primi interessati dalle ruspe però potrebbero non essere i 15 immobili inseriti nell’elenco fornito dalla Procura, a causa della revoca del protocollo d’intesa. Non sono da escludere dunque altri criteri che potrebbero essere scelti per decidere quali saranno le strutture da distruggere e radere al suolo.
L’aggiudicazione dei lavori di demolizione, già lo scorso ottobre, era stata affidata dal Libero consorzio comunale alla ”Compat Scarl”. L’impresa aveva offerto un ribasso di poco superiore al 36,75 per cento, per un importo netto di 102.739,07 euro. A questi vanno aggiunti 8.550 euro per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, per un importo contrattuale di 111.289,07 euro.
Il tutto all’indomani dell’avviso a comparire firmato dalla Procura della Repubblica di Agrigento nei confronti del sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, indagato per le ipotesi di reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, rifiuto di atti d’ufficio e abuso d’ufficio.
Alla fine dello scorso febbraio poi per Castellino giunse l’avviso di conclusione delle indagini. Il primo cittadino palmese, eletto alle amministrative dello scorso giugno, non avrebbe proseguito con le demolizioni degli immobili abusivi nonostante le numerose ”esortazioni” a procedere e sarebbe accusato di avere ostacolato in questo l’attività dei funzionari pubblici addetti all’Utc.
Il sindaco non avrebbe dunque continuato con l’opera iniziata dal commissario straordinario Antonio La Mattina, che precedentemente alle elezioni aveva preso il posto dell’ex primo cittadino palmese Pasquale Amato e previsto dei fondi in bilancio da destinare alla lotta al mattone abusivo.
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