Savarino aveva fatto sapere che la commissione da lei presieduta aveva già sollevato dubbi sulla legittimità dell’iter seguito ”che vorrebbe consegnare, senza gara – queste le parole dell’onorevole – in maniera diretta, al gestore del servizio idrico di Agrigento, lavori sulle reti e gli impianti con finanziamenti pubblici per somme ingenti, 31 milioni per Agrigento città e per un totale di 107 milioni di euro su tutto il territorio agrigentino”.
Savarino ha annunciato di avere segnalato ”l’anomalia” al governo per verificare se tutto ciò sia ”legittimo e non contrastante con la normativa regionale, nazionale ed europea”.
Arriva però la risposta del diretto interessato, la società Girgenti Acque, con un comunicato a firma del suo presidente Marco Campione. In sintesi, la versione dell’Ente gestore del servizio idrico è che l’iter seguito è legittimo e che un parlamentare dovrebbe essere a conoscenza dei procedimenti amministrativi prima di dare giudizi che fanno perdere la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni.
Citando atti e documenti, Girgenti Acque ricostruisce le procedure a partire dal 2003, quando l’ATO di Agrigento aveva scelto come forma per la gestione del Servizio Idrico Integrato l’affidamento in concessione trentennale ”con l’esecuzione dei lavori connessi alle infrastrutture – specifica la nota della società – e al miglioramento della rete idrica del territorio e della provincia”.
Nel 2006 poi era stata indetta la procedura per la scelta del concessionario e la Commissione giudicatrice aveva ritenuto ”pienamente ammissibile e vantaggiosa – si legge sempre nel comunicato dell’Ente gestore del servizio idrico – l’offerta del raggruppamento di imprese che successivamente avrebbe costituito Girgenti Acque”. Gestione che poi – secondo la ricostruzione della società – fu confermata definitivamente l’anno dopo da un commissario nominato ad acta dall’Agenzia Regionale per i Rifiuti e le Acque.
Detto brevemente, per Girgenti Acque la gara indetta dal consorzio dell’Ato di Agrigento – e vinta dalla società di Campione – ha avuto un duplice oggetto: la gestione del Servizio Idrico Integrato e l’esecuzione dei lavori connessi alle infrastrutture.
Infine Girgenti Acque fa sapere che le opere connesse al Servizio Idrico Integrato devono essere realizzate dal gestore che in parte deve partecipare anche ai costi economici per la realizzazione delle stesse. Nel caso della rete idrica di Agrigento – secondo i dati forniti dalla società – il costo dell’opera (iva esclusa) ammonta a poco più di 31milioni e mezzo di euro; di questi 25 milioni e mezzo sono coperti dalla quota pubblica e poco più di 6 milioni sono a carico del gestore che farà i lavori.
Marco Campione, nel suo lungo comunicato, oltre a fornire spiegazioni si rivolge anche all’onorevole Savarino. ”Non si comprende come il Presidente della IV Commissione Parlamentare della Regione Sicilia, anche nella sua qualità di avvocato esperta di questioni amministrative – incalza il patron di Girgenti Acque – deputato regionale all’epoca dell’affidamento del Servizio Idrico Integrato in tutte le province siciliane, nonché figlia del Sindaco protempore del Comune di Ravanusa all’epoca dell’avvio della gestione di Girgenti Acque, possa avere dubbi sulla legittimità delle procedure seguite”.
Campione si dice stupito di come l’On. Savarino ”possa affermare che si voglia affidare l’esecuzione di lavori direttamente senza gara a un soggetto che, invece, è risultato aggiudicatario di una gara pubblicata anche sulla Gazzetta Europea”.
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