L’omicidio del 67enne avvenne all’interno del laboratorio della vittima, in via Crispi, a Cattolica Eraclea. L’anziano venne brutalmente ucciso a colpi di oggetti contundenti alla testa e al torace.
Ad arrestare Gaetano Sciortino lo scorso 20 ottobre, misura poi confermata anche dal Riesame di Palermo, furono i carabinieri. Le indagini, durate quasi due anni, ebbero una svolta dopo il ritrovamento di una scarpa in una zona rurale che – era stato ricostruito in conferenza stampa la mattina stessa dell’arresto del 53enne – sarebbe stata abbandonata dal presunto killer e la cui impronta combacerebbe con quella repertata dai carabinieri del RIS sulla scena del crimine.
Ad andare a sfavore di Sciortino ci sarebbero anche dei filmati realizzati da alcune telecamere esistenti nelle adiacenze del luogo del delitto. Durante l’analisi delle immagini i militari avevano concentrato l’attenzione su una vettura, una Fiat Punto di colore nero, pare guidata proprio da Gaetano Sciortino. L’operaio avrebbe pedinato la vittima con soste prolungate agli angoli delle strade da dove era possibile osservare i movimenti dell’artigiano. Secondo la ricostruzione fornita in conferenza stampa dai carabinieri, il giorno del delitto il presunto assassino pedinò per circa tre ore la vittima.
Non chiaro, ancora oggi, risulta il movente del delitto. A un certo punto si ipotizzava una rapina, ma l’ipotesi è stata poi scartata. Intanto sono diversi gli accertamenti che nel tempo – e anche di recente – sono stati effettuati sul luogo dove si consumò l’omicidio.
A coordinare l’inchiesta durante l’attività investigativa il pm Silvia Baldi. Il fascicolo è adesso nelle mani della collega Gloria Andreoli.
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