L’inchiesta è quella relativa all’operazione ”Up and Down”, letteralmente ”sopra e sotto”, condotta sul campo dai Carabinieri di Favara e Agrigento e che portò alla luce un presunto giro di droga che dal Belgio arrivava, passando per Palermo, fin nell’agrigentino, soprattutto a Porto Empedocle e Favara.
Ieri, di fronte ai giudici della terza sezione penale del Tribunale Palermo, la prima udienza del processo con rito ordinario che si sta svolgendo nei confronti di sei degli imputati accusati di traffico di sostanze stupefacenti. Si tratta di Carmelo Fallea, 42enne favarese; del palermitano 36enne Domenico Di Paola; di Gaspare Indelicato, 35 anni, di Favara; di Calogero Presti, 44enne anch’egli favarese; di Gaetana Terrana, 35enne di Palermo e di Rania El Moussaid, 32 anni, originaria del Marocco e residente ad Agrigento.
Prima ancora che venisse aperto il dibattimento, ieri i difensori hanno sollevato la questione circa la territorialità, sostenendo che la presunta associazione avrebbe operato nel territorio agrigentino e non in quello palermitano. Il pm della Dda di Palermo, Alessia Sinatra, ha chiesto un termine per chiarire il fatto ed esprimere un parere in merito. L’udienza è stata dunque rinviata di 7 giorni e in quell’occasione i giudici decideranno su quanto chiesto dalle difese.
Secondo le ricostruzioni fornite in conferenza stampa dai Carabinieri, organizzata dopo l’applicazione delle misure cautelari eseguite nei confronti di alcuni imputati, la droga giungeva dal Belgio fino a Favara venendo occultata all’interno di pacchi spediti tramite società di trasporti che, ignare, svolgevano il ruolo di corrieri. I pacchi giunti nella città dell’agnello pasquale sarebbero poi stati ritirati direttamente presso il deposito degli spedizionieri.
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