Una ulteriore lettera aperta è stata indirizzata al sindaco di Favara e al dirigente ufficio Tari dal cittadino favarese Luigi Cavaleri. Lo stesso parla dell’afflusso di gente che in questi giorni sta riempiendo le sale d’attesa delle sedi municipali.
Persone –dice– che cercano di colloquiare con qualcuno addetto all’ufficio delle tasse.
Per Cavaleri, i cittadini vengono ”vessati, rapinati, derubati, turlupinati da un regolamento costruito ad arte. Quale buon senso –interroga Cavaleri– suggerisce di far pagare la TARI a case inoccupate e prive di utenze e addirittura più esosa di quando era occupata? O di far pagare la TARI per case inoccupate a tutti gli eredi se il titolare è passato, come si suol dire e spera, a miglior vita?”. E ancora: ”Quale buon senso suggerisce di far pagare la TARI a immobili dichiarati inagibili dallo stesso Comune o di inviare a ”tappeto” le bollette di tanti anni addietro usando il ”trucco” della data nel documento che non corrisponde alla data di spedizione e senza minimamente controllare se il richiesto è stato regolarmente pagato? E quale buon senso suggerisce di far ”viaggiare”, spesso inutilmente, i cittadini dalla propria casa agli uffici comunali distogliendoli dal lavoro o dagli impegni personali e familiari? Tutto ciò –continua il cittadino– anche in barba al regolamento comunale sulla Tari ma anche alle varie sentenze che si sono susseguite”.
Infine il cittadino lamenta la mancanza di buon senso della prima cittadina che non risponde alle numerose lettere inviatele dallo stesso. ”Questa mancanza di buon senso –conclude– altro non fa che alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti di chi gestisce o meglio ”non gestisce” e ”tira a campare” la cosa pubblica, cosa che dovrebbe fare l’amministrazione”.
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