Ad aprirla gli scout, dietro i sacerdoti alla guida delle diverse parrocchie e poi, a seguire, la cittadinanza con un numero abbastanza consistente da riempire poi la chiesa dei SS. Pietro e Paolo. Di certo sarebbe stato bello vedere tutta la città, e non solo la sua parte più sensibile, scendere in piazza per condannare ogni forma di violenza.
Candele alla mano, la fiaccolata ha tracciato una sorta di perimetro del circondario intorno alla chiesa dove poi si è svolta una Santa Messa concelebrata dai diversi parroci che hanno aderito all’iniziativa.
Come detto, la marcia è stata organizzata per dire di NO alla violenza. A condannarla fermamente, in un discorso all’entrata della chiesa e a termine della fiaccolata, è stato l’arciprete di Favara don Giuseppe D’Oriente. Lo stesso ha manifestato lo sdegno della città di fronte a questi atti e non ha rinunciato a sottolineare i gravi errori che stanno compiendo gli autori di tali gesti di violenza, invitandoli al ravvedimento.
Presenti, sabato, anche alcuni consiglieri comunali, con il presidente del consiglio, e l’amministrazione comunale. ”Non possiamo permetterci di cadere nel buio che rappresenta il nostro passato”, ha detto il sindaco Alba.
L’omelia è stata curata dal parroco della chiesa ospite dell’evento, don Marco Damanti. Sulla superficie di un muretto ai piedi della chiesa alcuni ragazzi del liceo Martin Luther King di Favara stanno realizzando un’opera artistica – ancora in fase di realizzazione – raffigurante i volti di legalità, tra i quali i famosi giudici Livatino e Falcone che si sono spesi per la Giustizia. Proprio di Giustizia ha parlato don Marco.
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