A occuparsene un medico legale dell’università di Palermo, incaricato dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di eseguire l’esame autoptico sul cadavere del 41enne. Gli esiti, che potrebbero dare ulteriori elementi nelle mani degli investigatori, dovrebbero arrivare tra qualche settimana.
Intanto parrebbero già confermati alcuni aspetti dell’agguato di cui Ferraro è rimasto vittima. Il killer – a sparare sarebbe stato solo uno, con volto coperto – avrebbe esploso circa cinque colpi di pistola da una semiautomatica calibro 7,65 e da una distanza di circa 3 metri.
In via Diaz, sul luogo dell’agguato, gli investigatori avrebbero trovato anche un proiettile inesploso, particolare che farebbe pensare come l’arma del killer si sia inceppata.
L’ipotesi investigativa sarebbe quella che i criminali, avendo la precisa intenzione di freddare la vittima, giovedì scorso l’avrebbero aspettata nelle vicinanze della scena del crimine.
A occuparsi delle attività di indagine sul campo è la Squadra Mobile di Agrigento. Gli agenti, lo hanno fatto anche nei giorni scorsi, potrebbero essere impegnati anche oggi a sentire diverse persone, familiari, amici e conoscenti della vittima, che potrebbero dare informazioni utili alle indagini.
Si continua a cercare anche la Lancia Y10 che è stata vista allontanarsi di gran carriera da via Diaz subito dopo l’attentato. Perquisizioni hanno interessato già la città di Favara e non solo ma, nonostante gli sforzi, l’utilitaria che i malviventi avrebbero utilizzato per fuggire ancora non si trova.
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