Sono queste alcune delle indiscrezioni, anche se al momento non c’è nulla di ufficiale e definitivo, che sarebbero trapelate sulla dinamica dell’omicidio avvenuto due giorni fa in via Diaz, a Favara, quando a perdere la vita è stato il 41enne muratore Emanuele Ferraro, sposato e con figli.
Erano le 9.30 circa quando l’uomo, raggiunto dai proiettili, è rimasto privo di vita riverso sul marciapiede, accanto al lato del passeggero di un Fiat Fiorino di sua proprietà.
Già dalle prime battute dell’attività investigativa, la Squadra Mobile ha analizzato alcune immagini tratte da impianti di videosorveglianza. Pare che dai filmati – ma anche in questo caso ancora nessuna conferma – si intravedano due figure all’interno di una utilitaria, una Y10, allontanatasi a tutta velocità da via Diaz subito dopo l’agguato teso a Ferraro. Ed è proprio alla ricerca di quella Y10 che sarebbero state effettuate diverse perquisizioni a Favara e non solo.
Pare che chi abbia attentato alla vita del favarese, riuscendo nell’intento, abbia atteso la vittima e, una volta che il 41enne si era recato in via Diaz, sarebbe entrato in azione.
Alcune persone sono state sottoposte all’esame dello Stub, un tampone particolare che rileva la presenza di eventuali tracce di polvere da sparo in chi ha utilizzato da poco un’arma da fuoco. Intanto sul luogo del delitto sarebbero state ritrovate – e sequestrate – alcune cicche di sigarette.
Ulteriori indizi, per gli investigatori, potrebbero arrivare dagli accertamenti e dall’autopsia sul corpo di Emanuele Ferraro, che con ogni probabilità saranno effettuati al più presto.
Per gli inquirenti Ferraro risultava implicato nella faida che, lungo l’asse Liegi–Favara, da qualche tempo, sta portando a una scia di sangue che purtroppo sembra non volerne sapere di allontanarsi. I motivi potrebbero essere legati al traffico di sostanze stupefacenti.
Commenta articolo