Fabrizio La Gaipa, primo dei non eletti del M5S all’Ars alle scorse regionali, era finito agli arresti domiciliari lo scorso 14 novembre. Secondo la tesi accusatoria, alcuni ex dipendenti sarebbero stati costretti a consegnare parte dello stipendio percepito, intimoriti dalla possibilità del licenziamento qualora non avessero accettato il presunto ”pizzo” sulle buste paga.
Coinvolto nella vicenda, ma in misura minore in quanto si sarebbe occupato solo marginalmente della gestione del personale, anche Salvatore La Gaipa, fratello di Fabrizio, raggiunto da un divieto di dimora nella città di Agrigento.
La difesa dei La Gaipa ha concordato insieme al pubblico ministero Gloria Andreoli la condanna a 2 anni di reclusione per Fabrizio La Gaipa e 1 anno e 8 mesi per il fratello. Per entrambi sarebbe prevista l’applicazione della sospensione condizionale della pena, in quanto la stessa non supera il limite dei 2 anni. La decisione del Gip sulla richiesta di patteggiamento doveva tenersi ieri ma il giudice ha disposto il rinvio al fine di una migliore esaminazione e valutazione della vicenda.
Tra le attenuanti del caso, anche il risarcimento dei danni alle vittime della presunta estorsione. Ma su questo aspetto gli ex dipendenti di La Gaipa avrebbero fatto sapere di non ritenersi soddisfatti.
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