La lettura del documento di 96 pagine offre interessanti spunti sulle modalità con cui i cittadini acquisiscono l’informazione divulgata dai mezzi di comunicazione.
Anzitutto, dallo studio Agcom emerge che nel 2017 televisione e radio sono i principali mezzi di comunicazione (che hanno raggiunto, rispettivamente, il 91,3% e il 51,8% della popolazione), seguiti da internet e dai quotidiani. (pag.6 del documento)
La radio viene fruita prevalentemente fuori casa e, pertanto, l’esposizione al mezzo si concentra principalmente nelle fasce orarie mattutina e pomeridiana, mentre subisce una contrazione in corrispondenza dell’ora di pranzo e, ancor più, della cena.
La televisione presenta, invece, picchi nelle ore meridiane (tra le 12 e le 15) e serali (tra le 19 e le 23).
Dallo studio Agcom emerge la complementarietà di radio e televisione, laddove la visione della Tv e l’ascolto della radio esibiscono curve con andamenti tendenzialmente opposti.
La tv conferma il proprio primato informativo e rappresenta la porta privilegiata di accesso all’informazione, con una percentuale del 68,8% della popolazione che dichiara di informarsi quotidianamente attraverso la tv.
La radio, invece, si presta a un consumo crossmediale, in quanto l’ascolto radiofonico viene abitualmente associato allo svolgimento di altre attività quotidiane e al consumo congiunto di altri mezzi, internet in particolare, che può avvenire anche mediante lo stesso dispositivo.
Inoltre, con specifico riferimento all’informazione in ambito locale, la ricerca Agcom fa emergere come il 16,1% della popolazione dichiari che la fonte più importante di informazione è locale (televisione, radio o quotidiano).
Infine, un dato interessante è quello dell’affidabilità percepita rispetto alle singole fonti informative: quasi il 28% della popolazione dichiara infatti di fidarsi dell’informazione radiofonica locale, mentre l’affidabilità dell’informazione sulle televisioni locali viene considerata alta da oltre il 25% della popolazione.
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