L’inchiesta sarebbe partita dalla Dda di Palermo per poi passare nelle mani della Procura di Agrigento. I primi passi delle indagini sarebbero stati mossi a partire, secondo quando riportato dal Giornale di Sicilia e da altri organi di informazione, dalle dichiarazioni di un aspirante collaboratore di giustizia poi ritenuto inattendibile su una serie di fronti, Giuseppe Tuzzolino.
Da qui l’attività investigativa e le intercettazioni. Ne sarebbe emerso un presunto sistema che avrebbe visto i componenti dell’associazione a delinquere dare il proprio supporto per favorire le attività della società. In cambio sarebbero state elargite tangenti di vario genere, tra queste anche alcune sotto forma di denaro o di assunzioni per i propri familiari.
Associazione per delinquere, riciclaggio, corruzione, false comunicazioni sociali, truffa, questi sono alcuni dei reati ipotizzati per i nominativi inseriti nella lista degli indagati. E proprio i volti noti che figurerebbero tra questi hanno fatto sì che la notizia avesse un notevole clamore mediatico.
Uno degli indagati, secondo diversi organi di stampa, sarebbe l’ex presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D’Orsi. Lo stesso però avrebbe rilasciato delle dichiarazioni in merito; secondo quanto riportato nel Giornale di Sicilia, l’ex presidente avrebbe affermato: ”Non so di cosa stiamo parlando. Non ho ricevuto alcuna notifica. Ho appreso la vicenda dai giornali. Ho letto che si parla di tangenti legate ad assunzioni, ma io non ho alcun parente impiegato in Girgenti Acque e non so di cosa stiamo parlando”.
Nella lista anche il prefetto di Agrigento insediatosi a fine del 2013, Nicola Diomede, che in quanto rappresentante di una istituzione preferisce non esprimersi in merito all’attività di un’altra istituzione, la Procura della Repubblica. Il prefetto pare sia rimasto coinvolto nell’inchiesta per una interdittiva antimafia non avallata proposta per il gruppo imprenditoriale di Campione.
Intanto proprio oggi la riunione del Consiglio dei ministri, occasione durante la quale potrebbe essere affrontata la posizione del prefetto di Agrigento.
Non si esclude quindi che tra le prossime mosse della Procura ci possa essere l’interrogatorio degli indagati. In tal caso gli stessi potrebbero avere modo di conoscere sommariamente la vicenda che li vede coinvolti, in quanto negli avvisi di proroga delle indagini preliminari non verrebbe riportata altra descrizione che il titolo di reato ipotizzato.
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