L’argomento riguarda le dimissioni presentate da un membro della sua appena nata giunta regionale, Vincenzo Figuccia, eletto con l’Udc, entrato in attrito con il presidente dell’Ars e uomo forte di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè. A inasprire i rapporti il parere favorevole mostrato nei giorni scorsi proprio da Miccichè in merito all’eliminazione del tetto dei 240mila euro per i burocrati dell’Ars.
Figuccia aveva le deleghe ai rifiuti e all’energia che, in attesa di trovare un sostituto, sono tornate al presidente Musumeci.
Intanto sulla questione ”maxi stipendi” Miccichè ha provato nelle ultime ore a moderare la propria linea, almeno in parte. Lo stesso ha annunciato che il Consiglio di presidenza dell’Ars ha dato mandato a Giorgio Assenza, come membro anziano del collegio dei questori, all’immediato avvio delle trattative con i sindacati per trovare un accordo e un nuovo tetto che possa limitare le indennità stipendiali.
L’attuale limite per gli stipendi dei burocrati dell’Ars infatti, firmato a fine 2014 e in scadenza proprio ora – alla fine del 2017 –, impone un massimo di 240mila euro. Se non verranno introdotti nuovi limiti, le retribuzioni potrebbero toccare anche la soglia dei 350mila euro annui.
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