Si conclude così, oggi, la prima seduta parlamentare all’Ars per i nuovi onorevoli che nelle scorse regionali del 5 novembre sono stati eletti deputati al Palazzo dei Normanni.
Questa è la prima legislatura regionale con 70 deputati anziché 90.
A presiedere è stato il più anziano, Alfio Papale. Insieme a lui, a comporre l’ufficio provvisorio di Presidenza, i deputati più giovani Luigi Genovese ed Elena Pagana. Assente un solo onorevole, Pippo Gennuso, perché raggiunto da un grave lutto. Presente al completo la nuova giunta Musumeci.
L’elezione del nuovo presidente dell’Ars è stato il punto caldo della seduta. Ed il favorito, Gianfranco Miccichè, non c’è l’ha fatta.
Ricordiamo che i numeri vedono una maggioranza di centro destra risicata, appena di poco superiore il 50%, 36 parlamentari su 70.
Miccichè, come dato per scontato, non ce l’ha fatta al primo scrutinio. Dei 70 parlamentari regionali avrebbero dovuto voltarlo almeno i due terzi, ossia in 46. Ne riceve invece 33, ossia 2 in meno rispetto ai 35 dei suoi colleghi di coalizione presenti in aula.
Due franchi tiratori che si sono ripetuti anche in occasione della seconda votazione per la quale di voti ne sarebbero bastati ”solo” 36, cioè la metà più uno dei deputati regionali.
Miccichè si ferma però a 35. E se consideriamo che di voti se ne aspettavano 37, perché due arrivano dai deputati Edy Tamajo e Nicola D’Agostino di ”Sicilia Futura” (partito di opposizione), è facile capire che anche stavolta i due franchi tiratori hanno colpito nuovamente.
Nulla di fatto, quindi. Se ne riparla domani. I lavori riprenderanno alle ore 11. Per la terza votazione basterà la maggioranza assoluta dei voti. Se si dovesse arrivare alla quarta verrà eletto chi avrà ottenuto più voti.
Intanto si cerca di ricucire lo strappo interno alla minoranza che si mostra dunque non coesa, almeno con due dei suoi deputati scontenti. ”Spero che la situazione si possa ricucire – ha detto il segretario regionale del PD, Fausto Raciti in merito alle posizioni di Tamajo e D’Agostino – ma quello che è successo non è bello”.
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