A confermare la custodia cautelare in carcere è stato il gip Stefano Zammuto.
Durante l’interrogatorio di garanzia il 50enne infermiere favarese si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.
Ricordiamo che il blitz dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Agrigento e della Tenenza di Favara si concentrò in due abitazioni di proprietà dell’uomo – una sita in c.da Priolo.
I militari, una ventina, hanno trovato un vero e proprio arsenale con tanto di laboratorio adibito alla fabbricazione di cartucce e all’alterazione di armi. Nello specifico sono stati trovati: 4 pistole, 3 mitragliette, un moschetto calibro 9, due carabine, una bomba a mano mod. 35, una granata da 40 mm e ancora circa 8.000 cartucce di diversi calibri e marche; decine di silenziatori e caricatori per pistole e mitragliette. Presenti anche una maschera antigas, un giubbotto antiproiettile e numerosi accessori per armi.
Alcune di queste armi e munizioni sarebbero state trovate interrate.
Il materiale è stato sequestrato, spetterà ai Ris accertare se sia stato utilizzato per commettere dei crimini.
Ieri mattina dunque l’interrogatorio di convalida dell’arresto, il difensore, l’avvocato Santo Lucia, aveva chiesto l’attenuazione della misura cautelare, sostituendo il carcere con i domiciliari.
L’operazione di sequestro delle armi e munizioni, per come esposto due giorni fa nel corso della conferenza stampa al Comando Provinciale dei carabinieri, è durata oltre 12 ore ed è frutto di un’attività investigativa condotta per mesi sul territorio. Pare inoltre che non sia collegata con i recenti fatti criminosi avvenuti in città.
Ad ogni modo i militari comunicano che le indagini sono ancora in corso, quindi non sono da escludere ulteriori sviluppi.
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