”La legge va applicata e nel caso di abusi edilizi a 150 metri dalla costa, con procedimenti arrivati a sentenza definitiva, l’unica cosa possibile è la demolizione. Altrimenti è omissione di atti d’ufficio”.
Sarebbero queste le parole del procuratore capo Luigi Patronaggio indirizzate all’appena eletto sindaco di Palma di Montechiaro, Stefano Castellino, che aveva manifestato la sua volontà di fermare l’azione delle ruspe.
Durante un incontro in Procura, avantieri, Patronaggio aveva inoltre ribadito gli obblighi legislativi in materia, nonché l’importanza del protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Palma.
Anche il prefetto Nicola Diomede, durante l’incontro che ha voluto avere con i nuovi sindaci dei 12 comuni agrigentini che quest’anno sono stati interessati dalle amministrative, ha preso come esempio il sindaco di Licata Angelo Cambiano – simbolo della lotta al mattone selvaggio – per invitare i nuovi primi cittadini all’impegno comune contro l’abusivismo.
”Cari sindaci – avrebbe affermato Diomede – in questo momento a Licata c’è uno di voi che per aver fatto il suo dovere è sotto scorta. Ma io credo che la migliore scorta che gli possa essere data sia quella dell’impegno comune dei sindaci dell’agrigentino contro l’abusivismo. Impegno unitario, senza tentennamenti”.
Castellino dal canto suo avrebbe replicato: ”Io sono per la legalità. Mi sono appena insediato e voglio capire, devo sapere se sono stati fatti tutti gli adempimenti. Poi deciderò”.
Al momento situazione di stallo dunque per la città del Gattopardo. Lo stesso non vale per Licata dove si continua con le demolizioni. Nei giorni scorsi sono tornate in azione le ruspe della ditta ”Patriarca”, nella zona balneare della Playa, in via Salviccio, per radere al suolo un villino a meno di 150 metri dalla battigia.
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