Il corteo si è diretto, fiaccole alla mano, da piazza Don Giustino verso piazza Cavour per poi fermarsi di fronte al Municipio. Lì è stato sistemato lo striscione che ha capitanato il corteo, ”Favara ripudia le Mafie” recita lo slogan. Infine un’omonima scritta è stata legata a dei palloncini bianchi, lasciati volare in alto verso il cielo dal sindaco Alba. A terminare la cerimonia la preghiera e la benedizione dell’arciprete di Favara don Giuseppe D’Oriente.
L’evento ha riscontrato una massiccia partecipazione da parte delle istituzioni, delle rappresentanze delle forze di Polizia, della locale tenenza dei Carabinieri, della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, della Guardia di Finanza, della Polizia Municipale e della Chiesa.
Ha fatto sicuramente piacere la partecipazione alla manifestazione da parte della politica tutta, senza distinzione di colori e/o partiti.
Ad aggiungersi alla fascia tricolore del sindaco di Favara, quella del sindaco di Porto Empedocle Ida Carmina.
Presenti in prima fila anche la viceprefetto Carmelina Guarneri, i deputati favaresi Tonino Moscatt e Nino Bosco e il senatore Mario Giarrusso, membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie.
Ma se da un lato le istituzioni non sono mancate, a mancare è stata la cittadinanza favarese e la sua mancanza si è fatta sentire. Pochi i presenti a un corteo che avrebbe dovuto riunire l’intera comunità e che ha contato soltanto qualche decina di partecipanti, così come sottolineato dal commissario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento Giuseppe Marino, presente alla manifestazione.
Ma se Favara ripudia le Mafie, perché i favaresi ripudiano Favara quando è il momento di scendere in campo per far sentire la propria voce? Vogliamo credere che sabato scorso c’è stata una bella giornata e molti hanno preferito godersi un pomeriggio al mare, vogliamo credere che è periodo di comunioni e molti non hanno potuto partecipare, vogliamo credere che l’evento è stato pubblicizzato non adeguatamente dagli organizzatori. Vogliamo credere a tutto ciò, che sicuramente ha contribuito alla scarsa partecipazione, ma non vogliamo credere che i favaresi si limitano a indignarsi sui social e a gridare al perbenismo per poi disertare quando è il momento di dirlo in pubblica piazza. Una occasione mancata per Favara, una sconfitta – ci dispiace ammetterlo – per i suoi cittadini.
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