Ha confessato quattro omicidi di mafia e tre agguati falliti. Parliamo del collaboratore di giustizia Daniele Sciabica che è stato condannato dal gup di Palermo Lorenzo Matassa a venti anni di reclusione, richiesti dal pm Alessia Sinatra.
Sciabica, che si è autoaccusato durante il processo scaturito dalle sue stesse dichiarazioni, ha usufruito della doppia riduzione fra rito abbreviato e attenuanti speciali previste dalla legge sui collaboratori di giustizia.
L’ex assicuratore, in particolare, ha raccontato di avere avuto un ruolo logistico e operativo negli agguati per cui la giustizia si è già pronunciata.
Le vittime sono: Gerlando Messina, zio di Gerlandino, ucciso il 27 agosto del 1985; Giuseppe Messina, padre dell’ex capo provincia, assassinato l’8 luglio del 1986; Antonio Messina (nonno di Gerlandino), ucciso a Realmonte il 5 agosto dello stesso anno, e Pietro Gambino, ammazzato da un commando del clan Grassonelli il primo ottobre del 1988.
I familiari delle vittime, costituitisi parte civile, hanno ottenuto il risarcimento del danno. Per ciascuno di loro un anticipo del risarcimento, subito esecutivo, di 100 mila euro.
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