I sei colpi sparati dai sicari lo hanno raggiunto al petto e al fianco, provocandone il decesso.
Non si conosce ancora la marca della pistola. Si è parlato di un modello vecchio che gli inquirenti però non confermano.
Nuovi particolari emergono: la telecamera di videosorveglianza installata fuori dal magazzino di via Coppi, luogo dove si è consumato il delitto, non era funzionante.
Quindi non ha ripreso chi ha fatto irruzione all’interno dell’attività commerciale, se l’ha fatto, e con quale mezzo ci sia arrivato.
Gli inquirenti stanno comunque vagliando se nel vicinato ci siano altre telecamere che possano aver ripreso qualcosa.
Qualsiasi indizio potrebbe essere utile per le indagini. Gli inquirenti chiedono la collaborazione dei cittadini: ”Se qualcuno ha visto o sentito qualcosa si faccia avanti”.
Nel vicinato nessuno sembra aver sentito niente, eppure sono stati esplosi sei colpi di pistola intorno alle 18.45 di lunedì sera.
L’attenzione degli inquirenti si sposta sul movente del delitto: chi ha ucciso e perché? Per questo si continua a indagare a 360 gradi, nonostante la pista privilegiata dagli investigatori sia quella mafiosa. Una vendetta? Un regolamento di conti? Si cerca quindi di dare delle risposte e le indagini proseguono senza sosta, mentre in città e in provincia sembra ritornare l’ombra di una guerra di mafia.
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