Lasciando agli investigatori il compito di stabilire se si sia trattato o meno di un delitto di matrice mafiosa, il timore, soprattutto della gente onesta, che a Favara rappresenta la stragrande maggioranza dei suoi abitanti, è quello che l’immagine della città sia nuovamente compromessa da fatti criminali quasi del tutto sconosciuti alle nuove generazioni.
Da qualche anno l’audacia e il coraggio di imprenditori locali hanno fatto di Favara la capitale della movida agrigentina.
Certamente non sono i locali di intrattenimento a scrollare di dosso la nomea di centro “poco raccomandabile”, ma a loro va sicuramente dato il merito di essere riusciti ad attrarre a Favara visitatori provenienti da ogni parte della Provincia.
Cosa alquanto impensabile negli anni ’90 del secolo scorso quando proprio la Città dell’agnello Pasquale era tra i centri più attivi nella guerra tra Stiddra e Cosa Nostra.
Che l’ombra della mafia sia presente nel territorio probabilmente è un dato di fatto (abbiamo anche ospitato il boss di Cosa nostra Gerlandino Messina) ma, ripetiamo, la stragrande maggioranza dei favaresi è gente onesta, così come lo sono gli abitanti di Gela, Palermo, Corleone e qualsiasi altro centro siciliano macchiato dal sangue dalla criminalità.
A Favara sono molti i lavoratori che, dovendo fare i conti con una crisi economica senza precedenti, stanno rivivendo l’esperienza dei propri padri, ovvero quella dell’emigrazione.
Migliaia sono infatti i Favaresi che negli ultimi 5 anni hanno lasciato la propria terra in cerca di un’occupazione, di un lavoro onesto capace di garantire almeno la giusta sopravvivenza alle loro famiglie.
È in virtù di questi sacrifici che i Favaresi onesti non accettano di essere additati come gli abitanti di una città “mafiosa”.
In molti vorrebbero invece essere riconosciuti, ad esempio, come i concittadini di Gaspare Ambrosini o, per restare a passo coi tempi, del P.M. Laura Vaccaro.
A Favara, tra le altre cose, si celebra ogni anno la festa della legalità, e proprio il rispetto delle regole e delle istituzioni deve essere il messaggio che deve essere tramandato alle nuove generazioni.
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