In Italia la ricorrenza è stata istituita dal Parlamento con la legge n. 211 del 20 luglio 2000. La scelta della data di oggi è dovuta al fatto che il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono presso la città polacca di Auschwitz dove scoprirono il campo di concentramento e liberarono i pochi prigionieri superstiti.
La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono al mondo, per la prima volta, l’orrore del genocidio nazista.
Oggi il ricordo della Shoah, cioè dello sterminio del popolo ebreo, è celebrato anche da altre nazioni, tra cui Germania e Gran Bretagna.
L’apertura dei cancelli ad Auschwitz mostrò al mondo non solo molti testimoni della tragedia, ma anche gli strumenti di tortura e di annientamento del lager: ricordiamo le micidiali camere a gas.
Durante il regime nazista (dal 1933 al 1945) fu organizzata la sistematica uccisione nei campi di concentramento degli ebrei.
Si stima che a morire furono circa sei milioni. Le barbare uccisioni colpirono anche altre tipologie di persone considerate “subumane”.
Tra di loro anche quasi mezzo milione di zingari rom, omosessuali, disabili fisici o mentali e dissidenti politici.
Furono uccisi, inoltre, quasi due milioni di prigionieri di guerra sovietici e oltre un milione di polacchi.
Oggi i sopravvissuti ai campi di sterminio tedeschi hanno il compito di trasmettere alle generazioni future il ricordo delle vittime, affinché non si crei un vuoto nella storia e il sacrificio di queste vite umane serva da insegnamento all’uomo per non rendersi più responsabile di crimini così gravi nei confronti dell’umanità.
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