Al Tribunale di Palermo è stato ribadito quanto deciso nel luglio dello scorso anno dai giudici della Corte d’Assise di Agrigento presieduta da Giuseppe Melisenda Giambertoni con a latere Alberto Davico.
Per lo stesso omicidio era stato già condannato a 18 anni di carcere un altro componente della famiglia Bonfanti: si tratta di Raimondo, anch’egli figlio di Vincenzo.
Il movente dell’omicidio fu di natura economica.
Gli Amato erano i proprietari della pizzeria “La Fontana” i cui gestori invece erano i Bonfanti.
La sparatoria avvenne intorno alle ore 15:45.
Dieci furono i colpi di arma da fuoco esplosi, sette i proiettili calibro 9 indirizzati a Nicolò Amato che ne causarono il decesso.
Tre invece i colpi che ferirono a un braccio il figlio Diego.
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