Amato sabato sera si è costituito spontaneamente ai carabinieri della Stazione di Palma di Montechiaro senza però chiarire il movente del gesto.
È probabile che a spingere l’uomo verso la caserma sia stato il ritrovamento in mattinata dell’auto utilizzata nell’agguato, ovvero una Fiat Punto, che la sera prima era stata immortalata dalle telecamere presenti nel corso principale di Camastra.
Salvatore Gesù Amato e Domenico Mancuso si conoscevano perché vicini di casa.
Entrambi hanno precedenti penali per reati legati allo spaccio di droga e non si esclude, quindi, che il movente del tentato omicidio possa essere in qualche modo legato al “mercato” delle sostanze stupefacenti.
Intanto Domenico Mancuso è ritornato a casa. Il 36enne ferito di striscio alla testa e all’inguine è stato dimesso dall’Ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì dove era stato ricoverato.
Dalla ricostruzione dei fatti elaborata dagli inquirenti, Mancuso era fermo in strada sulla sua Fiat 500 quando è sopraggiunta la Fiat Punto di Amato. Quest’ultimo, dopo aver affiancato l’auto della vittima, è sceso e ha sparato quattro/cinque colpi di pistola, due dei quali sono andati a segno, ferendo il 36enne.
Le indagini del caso sono a cura dei carabinieri della Compagnia di Licata che adesso cercano l’arma utilizzata dal 27enne.
Il fermo del reo confesso Salvatore Gesù Amato è stato disposto dal PM Salvatore Vella. Il 27enne, trasferito al carcere Petrusa di Agrigento, è accusato di tentato omicidio e porto e detenzione illegale di arma da fuoco.
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