Nell’auspicio di fare chiarezza, vi proponiamo alcuni esempi relativi ai possessori o detentori di immobili ubicati nel Comune di Favara.
Per fare meglio i calcoli, ci siamo fatti aiutare dallo studio Veneziano Commercialisti Associati.
Prima di passare alle simulazioni di pagamento, però, occorre fare delle premesse.
La TASI è una imposta comunale introdotta in Finanziaria dal Governo nazionale e serve appunto a finanziare i servizi indivisibili, ovvero: la pubblica illuminazione, la manutenzione di strade e spazi verdi e, ancora, la gestione dei comandi di Polizia Municipale e dei servizi sociali.
Alle amministrazioni degli 8.057 comuni italiani lo Stato aveva concesso la possibilità di decidere quanto e cosa far pagare ai cittadini, previa approvazione in consiglio comunale di un apposito regolamento.
I comuni, in maniera autonoma, avrebbero anche potuto non far pagare la TASI ai propri concittadini.
Lo Stato diceva ai comuni di applicare per la prima abitazione una aliquota TASI compresa tra un minimo dell’ 1 a un massimo del 2,5 per mille.
A Favara, lo scorso 9 settembre, la pubblica assise cittadina, a maggioranza, e su richiesta dell’amministrazione comunale, ha deciso di far pagare tutti i cittadini e, addirittura, adottare il massimo dell’aliquota prevista, ovvero il 2,5 per mille.
Nel regolamento TASI, gli enti locali potevano anche stabilire la tipologia di immobili soggetti alla TASI, le eventuali detrazioni e/o esenzioni da applicare.
A Favara la maggioranza che sostiene il sindaco ha deciso di applicare l’aliquota a tutti senza tenere conto ad esempio dei cittadini con redditi bassi o residenti all’estero, di quelli che abitano in zone non servite, o delle seconde case e delle aree edificabili. Insomma tutti devono pagare.
Chiusa la doverosa premessa, passiamo adesso agli esempi concreti.
1) Prendiamo in esame un’area edificabile, quindi solo il terreno, ricadente in C.da Ciccione con una rendita di circa 50 mila euro. A Favara, in questo caso, così come per le seconde case, si applica l’aliquota del 5 per mille. La Tasi annua dovuta al comune dal proprietario del solo terreno è di circa 13 euro.
2) Nel secondo esempio ci occupiamo di fabbricati ubicati nella periferia della città, per intenderci, in quelle zone dove non tutti i servizi indivisibili sono garantiti dal Comune. Facciamo l’esempio di un fabbricato tipo A3 ubicato in C.da Crocca e che ha un deposito e un’autorimessa. Sia l’appartamento che le due pertinenze sono soggette alla tassa, che viene così ripartita: 91,75 euro l’abitazione, 65,90 euro il deposito e 73,34 euro l’autorimessa, per un importo complessivo annuo di 230,99 euro.
3) Per il terzo esempio invece ci spostiamo nel centro storico cittadino e precisamente in Via Kennedy. Un immobile tipo A3 che ha una rendita catastale di 227 euro paga di Tasi 95,44 euro all’anno. Se seconda casa, invece l’importo scenderebbe a 19 euro.
4) Infine per il quarto e ultimo esempio ci spostiamo in Piazza Itria. Per una prima casa classificata al catasto come A2, ovvero una normale abitazione con rifiniture economiche e con una rendita catastale di 671 euro, il proprietario pagherà una TASI annua di 282 euro. Per lo stesso fabbricato ma sottoforma di seconda casa, la tassa sarebbe di 56,40 euro.
Per chiudere ricordiamo che la Tasi, a differenza dell’IMU, che non viene pagata, prevede il tributo anche per le prime case.
Tassa sui servizi indivisibili che deve essere pagata ad esempio anche dagli affittuari degli immobili, che dovranno versare il 30% dell’importo complessivo, la restante parte, il 70%, invece dovrà essere pagata dal proprietario.
La scadenza del saldo TASI è stata fissata al prossimo 16 dicembre, così come quella dell’IMU. Che bel mese di dicembre spetta ai contribuenti!
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