È quanto emergerebbe dalle deposizioni in aula di Filippo Lo Franco, consulente contabile incaricato dalla Procura per redigere le perizie tecniche.
L’aggravio delle entrare accertate a Zicari sarebbe emerso dopo il raffronto tra i suoi conti correnti e quelli dei suoi familiari con i redditi percepiti e le spese ufficiali.
Ricordiamo che l’inchiesta “Self Service” della Procura di Agrigento ha scoperchiato un vasto giro di tangenti all’Ufficio Tecnico del Comune capoluogo in cambio del rilascio di concessioni edilizie.
Nell’udienza di ieri al Tribunale di Agrigento il perito ha anche aggiunto che i soldi consegnati a Zicari erano prevalentemente in contanti. I corruttori prelevavano dai propri conti correnti per pagare la tangente al dirigente.
Ricordiamo che nell’inchiesta, oltre a Zicari, sono imputati anche Sebastiano Di Francesco, ex dirigente dell’Utc; Pietro Vullo, architetto; Roberto Gallo Afflitto, architetto e socio di Vullo; Alfonso Vullo, titolare di una concessione; Gerlando Tuttolomondo e Salvatore Palumbo, imprenditori; Rosario Troisi e Calogero Albanese, vigili urbani; Vincenzo Lorgio, la moglie Pasqualina Sciarratta e il loro figlio Massimo Lorgio, i primi due quali proprietari di un immobile a San Leone, e il terzo in quanto committente dei lavori.
Il blitz degli agenti della Digos avvenne nella notte tra il 28 e il 29 novembre 2011.
Le attività investigative erano iniziate un anno e mezzo prima e hanno permesso di scoperchiare un autentico vaso di Pandora che nascondeva atti illeciti basati su permessi edilizi.
Il processo al Tribunale di Agrigento riprenderà il prossimo 23 ottobre.
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