In manette sono finiti Pietro Coco, di 50 anni, muratore con precedenti di polizia, e il figlio Gaspare, di 25, bracciante agricolo.
Gli arresti, operati dalla Squadra mobile di Agrigento in collaborazione con personale della Sezione Anticrimine del Commissariato di Licata, sono frutto di un’intensa attività investigativa posta in essere dalle forze dell’ordine, finalizzata a reprimere il fenomeno del traffico illecito di armi nell’agrigentino.
L’attività d’indagine, articolata attraverso prolungati servizi di appostamento e pedinamento, ha permesso di sequestrare una piccola semiautomatica Beretta cal 9×21, con matricola abrasa; una semiautomatica Belardinelli cal. 7.65, 42 proiettili per le stesse pistole, nonché 11 proiettili, 11 ogive, 21 bossoli tutti per cal. 6.35 e 21 ogive cal. 7.65.
Inoltre sono stati trovati e sequestrati anche 12 bossoli e 5 proiettili per armi da guerra, verosimilmente da pistola mitragliatrice, e un bilancino di precisione.
Una parte del materiale sequestrato è stato trovato dai poliziotti all’interno dell’abitazione del 50enne, mentre le due pistole sono state rinvenute presso un magazzino di sua pertinenza dove il figlio, Gaspare, si era recato durante la perquisizione domiciliare.
Ma ad attenderlo c’era personale della Squadra Mobile e della Sezione Anticrime del locale Commissariato.
Per gli inquirenti è probabile che i due congiunti confezionassero in casa munizionamento per armi di vario calibro.
Adesso i due si trovano rinchiusi presso il carcere “Petrusa”.
A coordinare le attività il sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Agrigento, dott. Alessandro Macaluso.
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