Probabilmente il 26 settembre 2014 passerà agli annali come il giorno del risveglio di una comunità che spesso, di fronte ai disagi, ha preferito il silenzio.
Questa volta invece i favaresi hanno avuto la forza di entrare nel “palazzo di città” e guardare in faccia i propri rappresentanti politici.
Tangibile era tra il pubblico la delusione di molti che nel giugno del 2011 hanno votato questo sindaco e questo consiglio.
Dopo il trascorso di più della metà della legislatura, nelle orecchie dei cittadini risuonano le parole del candidato sindaco Manganella: ”Pagare tutti per pagare meno” in riferimento ai tributi locali e che ora, invece, devono fare i conti con le esose tasse comunali volute dall’amministrazione e votate dalla maggioranza dei consiglieri comunali.
La presenza in sala di donne, uomini, giovani, anziani e interi nuclei familiari con al seguito i bambini ha testimoniato il disagio collettivo.
Composti hanno ascoltato l’arringa difensiva del sindaco, che nel suo lungo discorso ha cercato in qualche modo di giustificare l’inoperosità di cui è accusata la sua amministrazione parlando di progetti e azioni svolte. Una città che non sembrava neanche Favara. Parole che hanno fatto storcere il naso alla maggioranza dei presenti.
Pazienza dei cittadini, turbata già pesantemente dalle parole del consigliere Salemi, che si è trasformata in delusione subito dopo l’esito della votazione della mozione di sfiducia.
Dal pubblico sono giunte parole pesanti ai consiglieri comunali che hanno deciso di continuare questa legislatura.
In democrazia le decisioni devono essere accettate e, come tale, anche i cittadini delusi devono farsene una ragione.
Chissà adesso, visto il risveglio della Città, se alle prossime elezioni comunali si continuerà a votare amici e parenti, e soprattutto se si continuerà ancora a credere alle promesse…
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