Si è passati al punto clou della serata: la trattazione della mozione di sfiducia a Manganella, con Maria Vella che ne ha letto le motivazioni. È seguito un forte applauso dei cittadini presenti.
Sale sul pulpito il sindaco, che dichiara di voler ribattere punto per punto ad ogni accusa mossagli. È una lunghissima, nonché estenuante, esposizione.
Il pubblico presente ha condiviso la parte nella quale il sindaco chiedeva ai consiglieri, sfidandoli, di rinunciare al gettone di presenza e di trasformarlo piuttosto in un gettone di produttività, pagando solo le delibere votate e non a forfait.
Per il resto è stata un’arringa nella quale il sindaco ha cercato di giustificarsi delle cose che non vanno in città, dando torto a tutto e a tutti, tranne che a se stesso.
Bennardo fa notare come sia evidente che la mozione sia più giusta che mai: “Manganella non ha chiesto scusa e non si è dimesso. Le cose così non cambieranno mai.”
Salemi è invece il consigliere che è riuscito a far letteralmente arrabbiare e sdegnare i cittadini presenti. Si sono registrate urla, imprecazioni e abbandono dell’aula consiliare da una parte del pubblico che si è ritenuto da lui offeso. Nella sua dichiarazione, per rendere l’idea di quanto volesse dire, ha utilizzato anche parole scurrili nei confronti dei cittadini.
In diversi sono però rimasti a riempire l’aula anche dopo l’invito del Presidente Pitruzzella ad allontanarsi, se stanchi.
I successivi interventi, fatti evidentemente col cuore, di Antonio Palumbo, Salvatore Lupo e Giuseppe Grova hanno catalizzato l’attenzione di tutti, riscuotendo applausi.
“Se non passa la mozione dovremo rispondere davanti agli uomini e davanti a Dio di questa disfatta” ha concluso Maria Vella nel suo intervento.
Anche i consiglieri che si sono espressi in favore di Manganella, ossia Giacomo Distefano, Stefano Valenti, Calogero Castronovo e Giuseppe Milioti (quest’ultimo anche attuale assessore) hanno riconosciuto che le cose non vanno, ma, per loro, la colpa è da ricercare nei fatti contingenti, non nel Sindaco che invece, soprattutto per Stefano Valenti, ha lavorato con il massimo impegno.
Per lo stesso Valenti le motivazioni della presentazione della mozione di sfiducia sono basate solo su una ‘presunta’ carente incisività dell’azione amministrativa del sindaco.
Alle 23.50 si è giunti al momento della votazione. 13 i “no”, 12 i “sì”, e 1 “astenuto”. 3 gli assenti al voto. La mozione non passa. Erano necessari 20 voti favorevoli, ossia due terzi dei chiamati al voto.
Alcuni dei presenti hanno anche esposto un manifesto con su scritto: “Per quanto voi vi crediate assolti resterete per sempre coinvolti.” Lo striscione è stato fatto subito ritirare, ma i ragazzi di Rifondazione Comunista lo hanno esposto anche fuori.
L’aula è stata quindi abbandonata da quasi tutti i cittadini presenti.
La seduta è poi stata aggiornata a giovedì prossimo, 2 ottobre, nel corso della quale sarà probabilmente sostituito il consigliere Alaimo con il primo dei non eletti della lista Fli, Carmelo Vassallo Todaro.
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