Dopo l’operazione eseguita ieri dai poliziotti della Digos di Agrigento, che ha visto coinvolti numerosi professionisti e medici che avrebbero rilasciato false attestazioni di invalidità, arrivano note di soddisfazione e gratitudine.
A scrivere è il segretario generale provinciale SPIR, Alfonso Imbrò.
“La laboriosa e articolata indagine svolta dai nostri colleghi –dice Imbrò– ha permesso di far emergere quanto di più oscuro e odioso possa esistere nell’ambito della sanità.
Un’operazione di Polizia Giudiziaria di qualità –continua– che è riuscita a individuare e stigmatizzare taluni personaggi che, abusando del proprio ufficio, hanno elargito benefici a chi certamente non ne aveva diritto a discapito, inversamente, di chi ne aveva assolutamente diritto e bisogno.
Un plauso –conclude Imbrò– al Questore di Agrigento che nulla sta trascurando nella difficile azione di coordinamento nella lotta al crimine, di qualsiasi natura esso sia, in una Provincia particolare quale è la nostra”.
Anche Vittorio Messina, Presidente della Camera di Commercio di Agrigento, interviene dopo la brillante operazione.
“Il plauso –dice– va alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine agrigentine per il loro continuo e prezioso lavoro nell’individuare ogni tentativo di corruzione, malaffare e spreco di risorse che si traduce in danno per i cittadini onesti e per il capitale sociale di un territorio.
Le iniziative per accreditare la cultura della legalità – conclude il presidente della Camera di Commercio di Agrigento – servono a poco se in simili circostanze società civile e istituzioni non fanno sentire la loro vicinanza a chi presidia il rispetto della legge e tutela i diritti dei cittadini che osservano le regole”.
Anche il Movimento 5 Stelle all’ARS interviene dopo i falsi invalidi ad Agrigento.
“I docenti, tutti lavoratori fuori sede con la costante speranza di un avvicinamento a casa, –dice il capogruppo all’ARS, Matteo Mangiacallo– nel denunciare un alto numero in provincia di “beneficiari” della legge 104/92, avevano chiesto opportune verifiche, sulla scorta anche di quanto accaduto nella vicina Calabria dove diversi abusi avevano raggiunto gli “onori” della cronaca.
Mentre la giustizia inizia giustamente il suo percorso, –conclude Mangiacavallo– abbiamo fatto la nostra parte inviando le richieste di accesso agli atti che avevamo promesso ai docenti e nel frattempo avvieremo una discussione coi nostri parlamentari nazionali. Una riflessione sul tema è più che obbligatoria”.
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