Il direttivo locale del partito di Renzi chiede ufficialmente le dimissioni dell’insegnante in pensione.
Non è stato un rapporto facile tra il primo cittadino e il PD diretto a Favara dal Segretario Carmelo Vitello.
L’eccessiva autonomia amministrativa attuata del sindaco aveva indotto lo stesso partito a dettare delle linee programmatiche che Manganella avrebbe però disatteso.
A far traboccare la goccia paiono essere stati due fattori fondamentali di cui il PD affida la responsabilità all’insegnante in pensione, ovvero quelle dell’emergenza loculi al cimitero e dell’innalzamento al massimo delle aliquote della TASI.
Manganella quindi è stato ufficialmente lasciato dal suo partito e la sezione cittadina del PD dice di essere pronta anche a chiedere l’intervento dei piani alti del partito affinché la tessera dell’ex capo popolo non venga più rinnovata.
Netta è stata la presa di distanze del direttivo nei confronti del sindaco.
Alla riunione svoltasi nei giorni scorsi erano presenti 24 membri dei 40 complessivi.
Tra loro ben 21 hanno detto sì alla rottura con Manganella, 1 si è astenuto, 2 si sono detti contrari.
Il PD in consiglio comunale è rappresentato da Calogero Castronovo e Gaetano Caramazza.
Considerando quindi l’esplicita richiesta di dimissioni espressa dal partito e l’arrivo a breve tra i banchi di aula Falcone e Borsellino della mozione di sfiducia a Manganella, tutto farebbe presupporre che ai 13 consiglieri firmatari si aggiungano anche i voti favorevoli dei consiglieri Castronovo e Caramazza.
Ma in politica, specie a Favara, le previsioni si possono rivelare sbagliate, quindi è meglio attendere l’esito della votazione finale della sfiducia anche perché i consiglieri Castronovo e Caramazza hanno sempre palesemente dimostrato un attaccamento al sindaco Manganella nonostante il partito negli ultimi tempi abbia preso le distanze.
Tornando al divorzio tra il PD di Favara e il sindaco, quest’ultimo sembra trovarsi al municipio nella stessa condizione del naufrago “Robinson Crusoe”.
Manganella come il personaggio letterario quindi.
Per sconfiggere la solitudine politica e tirare avanti sino a fine legislatura sarà costretto a cercare il suo “Venerdì”.
Alla fine del mandato manca ancora tanto e l’ex esponente del PCI, poi DS, MpA, eletto sindaco in una lista di Centro Destra, passato poi al Megafono di Crocetta e infine al PD, a quale altro partito politico chiederà adesso aiuto?
Vista la situazione di emergenza in cui versa la città di Favara e la tormentata storia politica di questa amministrazione comunale, il sindaco, anziché proseguire in questa regata solitaria che rischia seriamente il naufragio, farebbe meglio a dimettersi.
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