Il variegato corteo, partito dalla Piazza antistante alla Chiesa Madre, si è mosso alla volta del Monte Caltafaraci o “Muntagnedda”, come la chiamano i Favaresi.
Un lungo e articolato pellegrinaggio a cui hanno aderito ciclisti, cavalieri, amministratori comunali, autorità militari e religiose e semplici cittadini.
Significativo l’itinerario scelto dagli organizzatori che hanno portato una monumentale colomba dai vicoli del centro storico alla vetta del monte.
All’iniziativa ha aderito anche il locale complesso bandistico “Giuseppe Lentini”, che ha allietato la passeggiata.
Una volta giunti a quota 533 metri, la manifestazione si è chiusa ai piedi della grande croce con la lettura di un brano tratto dal “Discorso della Montagna” del Vangelo di Matteo.
Sermone che è stato curato da Fra’ Graziano del Convento dei Frati Minori di Ravanusa.
La Passeggiata della pace si è svolta in un periodo storico sicuramente difficile.
Giornalmente apprendiamo dalla stampa internazionale dei venti di guerra che soffiano sia in Medio Oriente che nell’Est Europeo.
Soffermandoci però sulla manifestazione di sabato scorso, il merito che va sicuramente dato agli organizzatori è quello di aver fatto conoscere a molti un luogo che per storia e tradizione merita senz’altro di essere valorizzato.
Secondo alcuni studiosi il nome arabo del Monte Caltafaraci significherebbe “roccia dalla veduta piacevole”. Dalla vetta in effetti il panorama che si osserva è notevole.
Se l’obiettivo della “Passeggiata della pace” era quello di smuovere le coscienze degli amministratori locali affinché gli stessi, vedendo Favara dall’alto, capissero lo stato di emergenza in cui versa la città e agissero di conseguenza, allora ben vengano iniziative simili.
Per la cronaca, la manifestazione ideata da Adriano Varisano si è chiusa in Piazza Cavour, dove grazie al contributo di sponsor privati si è svolta la notte bianca con la raccolta di viveri da destinare ai frati del convento Sant’Antonio di Favara.
Commenta articolo