Un’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Agrigento unitamente ai colleghi della Compagnia friulana di Tolmezzo (UD).
Il provvedimento ha interessato: il boss mafioso Gerlandino Messina, catturato a Favara il 23 Ottobre del 2010, e sua sorella Anna di 36 anni. L’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, Dott. Guglielmo Nicastro, su richiesta dei Sost. Proc. Rita Fulantelli e Emanuele Ravaglioli della Procura Distrettuale Antimafia.
I magistrati palermitani, concordano con le risultanze investigative del Reparto Operativo di Agrigento, a seguito dei riscontri effettuati sui “pizzini” di carta manoscritti e dattiloscritti rinvenuti nel covo di Viale Stati Uniti dai quali si evince come, dopo l’arresto di Giuseppe Falsone, il comando provinciale di cosa nostra era passato allo stesso Messina.
Secondo la DDA, Gerlandino gestiva la riscossione del racket delle estorsioni e controllava le attività economiche legate a opere pubbliche in corso di realizzazione, tra le quali anche quelle dei lavori per il rigassifigatore di Porto Empedocle e per l’adeguamento di un tratto della SS640 di Porto Empedocle.
Secondo i magistrati palermitani la sorella Anna avrebbe concretamente contribuito, pur senza farne parte, al rafforzamento e alla realizzazione degli scopi dell’organizzazione di tipo mafioso di cosa nostra e in particolare delle articolazioni territoriali operanti nella zona di Porto Empedocle, nonché consapevolmente agito da intermediaria tra il fratello Gerlandino, all’epoca dei fatti latitante, e terze persone.
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