Accade agli abitanti di Favara Ovest, ossia quelli di via Ugo La Malfa, contrada Saraceno, contrada Portella, Viale Progresso e dintorni. E tutto ciò, pur essendo in possesso di carte di identità che indicano il contrario.
Non finisce di stupire la quarantennale questione dei confini territoriali tra Favara e Agrigento la cui proposta di rettifica, approdata per la prima volta sul tavolo della discussione nel 1993, ancora è lontana da una possibile soluzione.
“Non so come declinare le mie generalità e la mia residenza visto che i documenti che mi ha rilasciato il Comune di Favara sono confliggenti con le risultanze dell’anagrafe di Agrigento” ci dice Gerlando Vita, un insegnante, ex abitante di Via Ugo La Malfa a Favara, il primo ad essersi reso conto che i cittadini di Favara Ovest sono stati trasferiti d’ufficio, a loro insaputa, ad Agrigento.
“Da poco, a causa della dipartita di mio padre –ci dice– sono venuto a conoscenza di abitare ad Agrigento in Via Antonello Da Messina, sempre allo stesso numero civico.
Ed allora il pensiero è andato subito al regolamento comunale sulle tumulazioni vigente a Favara che permette l’ingresso delle sole salme di persone nate o, al momento del decesso, residenti in Favara.
Il problema è per tutti coloro tra le circa 1600 persone interessate al cambio di residenza che dopo esser nate in qualche ospedale, adesso si ritrovano ad essere residenti in Agrigento.
Come potranno riposare in pace assieme a propri cari nel cimitero di Piana Traversa?
Ed in più c’è un altro vero rompicapo. Qual è adesso il nome della via conosciuta da tutti come Viale Ugo La Malfa?
Per come stanno le cose pare che coesistano due nomi per la stessa strada, ossia “Viale Ugo La Malfa – Favara” per la case di un lato della via e “Via Antonello da Messina – Agrigento” per le case che stanno difronte sempre nella stessa via. Mi sento come nella striscia di Gaza, su una terra di nessuno”, continua Vita.
Tutto ciò è accentuato da una classe politica indolente che in quarant’anni non è riuscita a trovare il bandolo della matassa malgrado si siano consumate decine, se non centinaia, di riunioni di varie commissioni consiliari pagate che sono servite a lucrare le indennità di funzione (il cosiddetto “gettone di presenza”).
Mercoledì prossimo alle 16,00, ad Agrigento, ci sarà un incontro con il sindaco Marco Zambuto – continua l’insegnante –. Io non ci sarò per motivi di lavoro, ma mi auguro che la delegazione favarese che sarà presente possa ottenere una serie di garanzie come la raccolta della spazzatura, il mantenimento dell’illuminazione pubblica, la manutenzione stradale, un distaccamento del Comune o un bus navetta che colleghi Favara Ovest con il Municipio di Agrigento”.
Il problema si è acuito a seguito del censimento 2011 con circa 400 famiglie risultate abitanti su territorio dove esercita la potestà d’imperio il Comune di Agrigento. Tutto il resto è venuto da sé visto che la legge impone il cambio di residenza d’ufficio.
“Ciò che più ci indigna è che nessuno ci ha informato o si è premurato di verificare che fossimo stati avvisati”, aggiunge.
“Dal Municipio di Agrigento hanno inviato delle lettere che sono tornate tutte quante indietro, perchè nemmeno il postino conosce l’esistenza delle vie indicate sulle buste. Addirittura la tabella che indica il nome della strada, posta proprio sul lato appartenente ad Agrigento, indica ancora “Via Ugo La Malfa”. La fantomatica “Via Antonello Da Messina”, non risulta nemmeno su Google Maps.”
“Sta però di fatto che Agrigento ha cambiato il nome delle strade e noi non sappiamo nemmeno come si chiamano”.
E dire che nel dicembre del 2012 nel corso di una manifestazione che si tenne nella Città dei Templi, si ufficializzò l’evento tanto atteso da decine e decine di anni: erano state raggiunte le intese tra i due Comuni e si erano trovati i termini per uno scambio consensuale di territori.
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