Tanti infatti sono stati i problemi che le amministrazioni comunali hanno affrontato dopo le segnalazioni fatte ai nostri microfoni dai cittadini. Nonostante questo però, soprattutto a Favara assistiamo quotidianamente a moltissime lamentele di cittadini che però preferiscono non mostrare il proprio volto e rimanere anonimi.
Ci spieghiamo meglio con un esempio. Ieri una nostra troupe ha voluto verificare le condizioni di alcune strade cittadine alla luce dei recenti lavori di scarificazione dell’asfalto.
Ci siamo recati in Viale Stati Uniti, strada che, come dichiarato dal Sindaco pro tempore, doveva essere la prima arteria urbana a essere asfaltata con i fondi di compensazione ANAS.
Agli obiettivi delle nostre telecamere, le immagini parlano da sole: si è presentata una strada ai limiti della percorribilità. Pericolose buche e la presenza in alcuni tratti di acqua e fango mettono seriamente a rischio l’incolumità pubblica.
Una situazione che, secondo quanto dettoci a microfoni spenti da alcuni residenti, si protrae da oltre un mese. Un racconto privato quello esposto dagli abitanti che hanno delegato noi perché possa essere reso pubblico. Le immagini, come dicevamo, basterebbero da sole a spiegare ciò che accade non solo in Viale Stati Uniti ma anche nella maggioranza delle strade della Città di Favara ma, seppur le immagini televisive sono inconfutabili e raccontano da sole lo stato dei fatti, crediamo sia giusto che i cittadini che pagano le tasse abbiano non solo il dovere ma anche il coraggio di chiedere in maniera chiara e senza mezzi termini, in piena luce, i loro diritti. È giusto che ognuno prenda coscienza e, nella correttezza, senza paura, mettendo in mostra il proprio viso, faccia sentire la propria voce.
Ma ciò a volte non accade. Perché?
Proviamo quindi allora a capire il motivo per cui alcuni cittadini preferiscono elevare le loro rimostranze solo in forma anonima. Le spiegazioni possono essere tante: timidezza, voglia di non apparire, spirito di rassegnazione e forse anche dell’altro, come ad esempio legami di parentela o amicizia con politici e responsabili comunali, oppure anche la paura di perdere quello che si sperava di ottenere. Meccanismi che purtroppo inducono alcuni cittadini a continuare a chiudersi nel silenzio, convivendo con i problemi.
In pratica meglio soffrire che richiedere i propri diritti e i servizi per i quali si pagano anche le tasse pubblicamente.
silenzio che è comune non solo ai semplici cittadini ma anche di amministratori e consiglieri comunali perché anche loro sono soggetti ai pericoli pubblici, anche loro sono utenti di quelle strade come lo sono anche soccorritori e forze dell’ordine.
Venerdì scorso, nella vicina città di Agrigento il solo sospetto che una buca stradale abbia potuto causare l’incidente costato la vita alla giovane Chiara La Mendola, ha fatto indignare un nutrito gruppo di cittadini che è sceso in strada per rivendicare il diritto di vivere in una Città sicura. L’auspicio è che a Favara non si debba arrivare a manifestare in strada dopo il verificarsi di tragedie come quella avvenuta in Via Cavaleri Magazzeni a Cannatello. I cittadini hanno il diritto ad avere strade sicure così come è dovere della classe politica dirigente garantire la pubblica incolumità. I cittadini non pagano le tasse a vuoto. Che fine fanno questi soldi?
Fino a quando i timori di incrinare un legame anche affettivo o di perdere la speranza in una promessa fatta dal politico di turno andrà a discapito del proprio diritto e della salvaguardia della propria incolumità, crediamo che il tanto sperato sviluppo culturale e sociale non potrà mai arrivare.
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