La Santa è protettrice degli occhi, infatti appare con gli occhi nel piattino che secondo la leggenda si strappò per non cedere la sua verginità al fidanzato, impostale da suo padre.
In Svezia è una festa importantissima in cui le ragazze girano vestite da angeli con una corona di sette candele sul capo ad illuminare l’intorno e portano i doni natalizi.
S. Lucia si festeggia anche in Italia, Austria e Germania
Uno dei cibi simbolo del 13 dicembre è la cuccia, un piatto semplice ed antico che i siciliani dedicano alla Santa. Si racconta come molti secoli fa in Sicilia, una carestia decimò la popolazione, che invocò la santa che fece arrivare un carico di grano. Da qui la genesi della cuccia dal verbo “cucciari” che significa cosa piccola, quindi chicco.
La tradizionale detta “povera” è fatta di ingredienti semplici: grano, ceci e alloro fatti cuocere in una pentola a pressione ed una innevata di zucchero completa l’opera.
La cuccia elaborata è quella che “nuota” nella crema di latte o cioccolata o chiusa in uno “scrigno” di ricotta.
E che dire delle arancine, realizzate con riso bollito e zafferano dove all’interno si fondono vari sapori quali ragù e caciocavallo o mozzarella, burro con piselli e prosciutto. Il tutto viene poi panato nell’uovo e fritte in abbondante olio.
Un cenno merita la sontuosa festa di S. Lucia a Belpasso un paesino alle pendici dell’Etna, dove si attende la tradizionale “spaccata” dei “Carri di S. Lucia” ossia 5 carri in rappresentanza dei quartieri cittadini, che rievocheranno sfondi religiosi e di vita vissuta.
I carri si aprono lentamente (la “spaccata”), svelando lo scenografico contenuto in un tripudio di luci, dipinti e personaggi viventi in un crescendo spettacolare in attesa dell’ultima scena del carro, l’Apoteosi di Santa Lucia, che può raggiungere la ragguardevole altezza di ben quindici metri. Il tutto accompagnato dall’esibizione dei “cantanti” che lodano la santa con toni struggenti.
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