Ma il periodo di crisi che si sta vivendo, porta molto spesso a mettere da parte le antiche tradizioni e a far prevalere il senso del risparmio.
Sagra o non sagra è infatti il dubbio amletico che i consiglieri comunali di Agrigento hanno dovuto affrontare nell’ultimo incontro della pubblica assise dello scorso 27 novembre.
14 i punti all’ordine del giorno, ma il quinto, ovvero “Atto di indirizzo– istituzione ufficio comunale permanente Sagra del mandorlo in fiore e festival Internazione del Folklore V commissione”, sembra attirare l’attenzione dei consiglieri, tanto da soffermarsi a discutere per quasi due ore sull’organizzazione della famosa Sagra, che ogni anno porta nella città migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo, rivalutando le bellezze storico–paesaggistiche presenti nel nostro territorio.
Il rischio è, per come aveva sottolineato anche il consigliere comunale di Agrigento Gerlando Galante, che l’appuntamento con il folklore, qualora ci sarà, si organizzi all’ultimo momento e con nessun ritorno dal punto di vista economico per la città.
Ogni anno, per più di 60 anni la valle, ricoperta da un meraviglioso manto fiorito è stato lo scenario di questa manifestazione, simbolo di concordia tra gli uomini ma per la 68° sagra del folklore mondiale sembra esserci ben poco futuro, vista l’insofferenza di molti consiglieri comunali alla realizzazione dell’evento.
Bisogna sottolineare, infatti, come la “Sagra del mandorlo in fiore”, per una città “povera di iniziative importanti” è una delle manifestazioni portanti legate alla nostra tradizione culturale, una tradizione che ci accomuna nel cuore. Un appuntamento che, ogni anno attendono migliaia di persone e che purtroppo si rischia di perdere.
Ma soprattutto si rischia di dimenticare lo scopo per cui nacque la sagra, ovvero, la concordia tra i popoli e la fratellanza culturale che dovrebbe accomunare ognuno di noi.
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