Con la presente per interpretare il disagio di amici e colleghi che mi avevano convinto a presentare la mia candidatura alle prossime elezioni regionali e per rilevare come purtroppo le condizioni non siano maturate.
Ciascuno di noi, in un momento particolarmente difficile per la società civile, ha il dovere civico e morale di impegnarsi per cambiare ed innovare, senza avere la pretesa che da soli si possa riuscire nell’intento; ma è ovvio che ogni meccanismo partecipativo debba fondarsi sulla lealtà, serietà e compostezza nei comportamenti.
Tutti noi siamo piccole particelle di un microcosmo ed abbiamo il dovere morale di cambiare il corso delle cose quando queste non ci soddisfano, non possiamo girarci dall’altra parte, lasciando che altri decidano per noi.
E’ altrettanto vero comunque come non sia possibile pensare, soprattutto in Sicilia, di affrontare i problemi della collettività organizzata senza riflettere sull’atteggiamento di certa politica, ormai vuoto contenitore di idee, incapace di interpretare il disagio della gente, accentrando nelle mani di pochi, da sempre sulla scena politica per mestiere più che per convinzione, quello che definiscono “potere”.
E’ irrazionale, in particolare, formare una lista con persone animate dalla volontà di cambiare, provenienti da varie esperienze professionali, per poi, in prossimità della scadenza del deposito delle liste, pretendere di infarcirla di soggetti gravitanti nell’agone politico da anni e con qualche pendenza giudiziaria.
Evidentemente l’obiettivo di tali soggetti è quello di calcolare i voti potenziali e la capacità della lista di aggiudicarsi quantomeno un seggio utile, piuttosto che farsi interprete del suo disegno e programma politico; considerato che tra i candidati, il numero di coloro i quali, perlomeno nell’Agrigentino, sono già deputati e che, comunque, hanno esperienze di altre candidature regionali è notevole e spropositato, risulta chiara la logica che muove tali meccanismi, ovvero difendere la propria posizione, quasi fosse un lavoro, impedendo la candidatura a chi magari intende proporsi quale alternativa, considerandolo solo un avversario.
Ciò è purtroppo l’effetto indesiderato dell’attuale multipartitismo italiano che ad ogni tornata elettorale promette cambiamenti e novità, purché però provengano dagli stessi soggetti autori di scellerate scelte che hanno creato mostruosità clientelari ed un debito spaventoso, frutto di sciagurate politiche di governo delle quali tutti i partiti, nessuno escluso, devono assumersi la responsabilità.
Come può parlarsi di cambiamento se, come documentato dai giornalisti Stella e Rizzo, un’elezione si traduce nella somministrazione di consulenze e prebende a parenti, amici ed agli amici degli amici? la Sicilia ha bisogno di un progetto di effettivo cambiamento, negli uomini e nelle modalità di approccio ai problemi, che possa rianimarla nelle proprie aspirazioni ed ambizioni, collocandola negli scenari ch’essa merita e non nell’oblio più assoluto.
Non volevo candidarmi per proseguire nel proselitismo politico in atto, ovvero per “sistemarmi”; io ho un lavoro appagante ed una dignità personale che non intendo certo barattare per qualche incarico ed intendevo, per mero spirito di servizio e mettendoci la faccia, concorrere a sviluppare un nuovo concetto di impegno politico.
La stagione dei proclami e del clientelismo politico è finita, non per volontà dei nostri amministratori e politici di riferimento, ma perché la misura è colma.
Ritengo che l’attuale clima ostile nei confronti della politica risieda su fatti inequivocabili, sulla incapacità di interpretare i disagi della gente che ha solo desiderio di essere rispettata ed amministrata degnamente; non bisogna rimanere insensibili ed abbandonare il campo dell’impegno civile, ma è chiaro che la politica deve cambiare se non vuole ancor di più scollarsi dalla gente, pretendendo di imporle sacrifici e ricavando per se stessa benefici, privilegi e clientele.
Riempire le liste di compari ed amici non pare onorevole, ma espressione di un deprecabile modus di fare politica che, negli ultimi anni ha affossato la nostra terra isolandola dal resto d’Italia e segnalandola solo per sprechi, lottizzazioni politiche e per la creazione di carrozzoni utili solo a ricavare voti, senza coperture di bilancio ed onerando i cittadini di imposizioni gravose e spropositate rispetto ai servizi offerti.
La misura è colma e la politica dovrà aprirsi ai consociati e non premiare l’esercizio del potere spregiudicato ed insensibile.
Spero che i prossimi deputati interpretino il disagio della nostra società civile ed a loro rivolgo l’augurio e l’invito per un proficuo impegno nell’interesse della gente.
Cordialità
Diego Virgone
Riceviamo e pubblichiamo. Elezioni. Parla l’aspirante candidato favarese Virgone e della sua non possibilita’ a potersi candidare
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